di Eva Stachniak (Beat Edizioni)
Come sarebbe stato nascere in Russia, a cavallo tra Ottocento e Novecento? Essere figlia di emigranti polacchi, entrambi ballerini, in un ambiente in cui la danza classica non era solo arte, ma una ragione di vita; in cui la competizione feroce sottoponeva a stress continui; in cui anche il più piccolo infortunio poteva stroncare una carriera sul nascere o decretarne la fine irrimediabile?
Come sarebbe stato vivere l’epilogo di un’epoca che ha visto crollare gli zar per mano dei bolscevichi; e quali e quante sarebbero state le difficoltà incontrate nell’adattarsi a un mondo travolto e stravolto da eventi che modificarono il tessuto sociale nel profondo?
E soprattutto: cosa si poteva mai provare nell’essere relegate in secondo piano, nel crescere confinate all’ombra di un fratello considerato il più grande ballerino del tuo tempo: il «Dio della danza» Vaclav Nizinskij?
Sarà Eva Stachniak a raccontarcelo in questo magnifico romanzo storico, attraverso le memorie di Bronislava Nizinskij, voce narrante che svelerà i retroscena di un mondo artistico sconosciuto ai più; un mondo in cui passioni e ossessioni si celavano tra le pieghe dell’incanto leggiadro della danza.
Buona lettura a tutti!
LA CITAZIONE:
“Le dita schioccano, i tacchi battono. Ecco il ritmo nel quale posso scivolare. Danzare è come respirare. Il ballo è dentro di me, intessuto nel mio corpo. Devo soltanto lasciarlo uscire. Non ho dubbi. Nessuna esitazione. Nessuna. Danzo, rapida e agile. Le mie gambe volano all’indietro, le mani sfarfallano.”
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