di John Steinbeck (LibriBompiani)
Ci sono libri dalle parole affilate come rasoi, scritte per squarciare veli d’omertà stesi su vicende scomode su cui “qualcuno” avrebbe preferito si tacesse.
Vicende che narrano di persone, milioni di persone, costrette durante la Grande Depressione degli anni Trenta, ad abbandonare le proprie case e le terre che avevano coltivato con il sangue.
Vicende che narrano di banche e latifondisti che in nome degli interessi di pochi ridussero i molti alla disperazione.
E così centinaia di migliaia di famiglie, come i Joad, furono costrette a mettersi in marcia dal Midwest, lungo la route 66, verso la prospera California, soltanto per scontrarsi con l’amara realtà; poiché il sogno americano si rivelò essere niente altro che un ulteriore incubo fatto di sfruttamento e discriminazione. Perché la miseria puzza e infastidisce chi ha avuto il privilegio di non provarla mai.
Un libro doloroso che fa riflettere sulla ciclicità degli eventi e sulle storture di una razza irrimediabilmente (dis)umana.
Un capolavoro che dovrebbe essere letto da tutti, per non ricadere negli stessi aberranti cliché.
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