di Matilde Serao (Imagaenaria)
Quanta poesia in questo libro della Serao!
Quanto struggimento nelle parole che utilizza per descrivere una città che ama con passione, rabbia e dedizione. Napoli incantatrice, ideale di bellezza per chi ha occhi per vederla e cuore per comprenderla. Napoli. In bilico tra fantasia e sogno, che si fa carne e sangue per svelarsi attraverso miti e leggende narranti lo spirito di un popolo lazzaro e nobile, canaglia e galantuomo, indolente e laborioso, ingegnoso e indomito.
Rapiti dalle liriche appassionate della Serao scoprirete le storie di Chico, misterioso mago alchimista che sacrifica giorni e notti su alambicchi e fornelli alla ricerca di una formula che doni felicità e benessere ai suoi simili, inventore di un prodigio che verrà chiamato ragù; del munaciello, frutto di un amore disperato, nato minuscolo e macilento, cresciuto da suore caritatevoli e dileggiato dal resto del mondo fino a diventare lo spiritello dispettoso e benevolo che tutti i napoletani conoscono. E così via in un’epoca senza tempo, tra un colpo di scena e una curiosità, entrerete in un mondo fiabesco che si snoda brillante e colorato in un susseguirsi di trionfi, sconfitte, tormenti, voluttà e pentimenti.
Non vi resta che andare in libreria!
LA CITAZIONE:
“Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. Le ha dato il cielo ridente ed aperto, raramente turbato da quei funesti pensieri scioglientisi in lagrime che sono le nubi; l’aria leggera, benefica e vivificante che mai non diventa troppo rude, troppo tagliente; le colline verdi, macchiate di case bianche e gialle, divise dai giardini sempre fioriti; il vulcano fiammeggiante ed appassionato; gli uomini belli, buoni, indolenti, artisti e innamorati; le dame piacenti, brune, amabili e virtuose; i fanciulli ricciuti, dai grandi occhi neri ed intelligenti. Poi, per suggellare tanta grazia, le ha dato il mare, ha saputo quel che si faceva.”
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